Cancro alla prostata: combattere il colesterolo per evitare le recidive
Il controllo dei lipidi nel sangue potrebbe essere la nuova arma della prevenzione.
La prevenzione del cancro alla prostata potrebbe passare dal controllo delle alterazioni dei livelli di lipidi nel sangue. A indicarlo sono i risultati di uno studio condotto alla Scuola di Medicina della Duke University di Durham (Stati Uniti) e pubblicato su Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention, secondo cui dopo un intervento chirurgico per il trattamento di un tumore alla prostata il rischio di recidiva è sensibilmente maggiore se i livelli di colesterolo totale e di trigliceridi nel sangue sono più elevati.
Gli autori dello studio, guidati da Emma Allott, hanno calcolato che quando il colesterolo totale supera la soglia d'allerta dei 200 mg/dL basta un ulteriore aumento di 10 mg/dL per aumentare il rischio di recidiva del 9%. L'aumento è invece del 35% quando i trigliceridi raggiungono o superano i 150 mg/dL. Non tutti i lipidi nel sangue si sono mostrati dannosi. Ancora una volta, infatti, le cosiddette HDL hanno dimostrato di essere la forma di colestrolo "buono": quando sono inferiori a 40 mg/dL basta infatti un aumento di 10 mg/dL per ridurre il rischio di recidiva del 39%.
“Dato che i livelli di colesterolo sono prontamente modificabili con la dieta o con l'uso delle statine, capire l'associazione tra obesità, colesterolo e cancro alla prostata è importante, ha sottolineato Allott e potrebbe quindi avere importanti implicazioni pratiche per la prevenzione e il trattamento del cancro alla prostata. I nostri risultati, ha aggiunto la ricercatrice, suggeriscono che la normalizzazione, o anche la parziale normalizzazione, dei livelli di lipidi nel sangue negli uomini con dislipidemia (un profilo lipidico anormale) potrebbe ridurre il rischio di recidive del cancro alla prostata”.