Donare a 18 anni, il racconto di Francesca
Che paura la mia prima donazione... era da tanto che volevo farlo e alla fine ci sono riuscita; poco prima pensavo: magari mi becco un macellaio a cui non interessa chi ha davanti e, se non trova la vena, mi ridurrà il braccio un colabrodo.
Poi però mi sono resa conto che i medici che effettuano le visite ed i prelievi sono persone professionali e competenti, che hanno fatto di tutto per mettermi a mio agio... sono riuscita anche a ridere a battute impossibili mentre riempivo la sacca col mio sangue, poi la bilancia è suonata... bip, bip, bip... fine delle trasmissioni, sacca piena e cuore in pace.
Se poi ci rifletti un attimo ti rendi conto che è fantastica! Mi riferisco alla colazione che ti viene offerta subito dopo! Persone gentilissime ti versano da bere e ti danno dei consigli su come proseguire la giornata e restare in forma.
A dire il vero la cosa che mi ha fatto sentire in pace con me stessa è stato avercela fatta, aver superato la paura, del tutto ingiustificata.
E poi è giunta a farmi sentire bene la consapevolezza di aver aiutato un'altra persona che aveva bisogno del mio sangue e pensare che il mio gesto avrebbe reso migliore anche la sua giornata, oltre alla mia... magari le ho salvato la vita.
E tutto nel più completo anonimato, poiché chi ha ricevuto il mio dono non sa chi sono...
Sono poche le cose che mi fanno sentire bene al pari di questa. Ho così deciso di andare oltre la donazione periodica e di far conoscere a tutti ciò che si prova a donare se stessi, entrando a far parte del Gruppo Giovani AVIS di Settimo Torinese.
Con loro ho la possibilità di spiegare a chi incontro quanto possa essere bello vivere l'esperienza del dono del sangue e come può farti sentire dentro.
Francesca, 18 anni